
Nelle sue numerose opere Raffaele Gaetano ha elaborato una visione «attiva» del pessimismo leopardiano, filtrata attraverso la lente deformante dell’estetica. Per Gaetano l’estetica non deve limitarsi allo studio delle espressioni artistiche ma, prendendo atto dell’ineluttabilità del dolore umano, «costruire» una nuova visione del mondo la cui manifestazione esemplare è la vita concepita come «opera d’arte».
Tale consapevolezza lo ha indotto a spaziare in campi di ricerca diversi e a un tempo complementari, capaci oltre le mode e le apparenze di incidere profondamente nella coscienza moderna: dall’estetica alla letteratura di viaggio, dalla critica alle forme del linguaggio poetico, dalla fenomenologia dell’arte alla storia delle idee. Tracce di questa visione allargata si trovano nelle sue molteplici attività di divulgazione culturale che lo hanno imposto per l’originalità delle proposte.
I suoi studi più recenti hanno riguardato la percezione del paesaggio e più in generale le dinamiche legate al ruolo delle categorie del sublime e del pittoresco nella letteratura di viaggio. In questa nuova prospettiva di ricerca, estetica e percezione del paesaggio sono strettamente legati tra loro, fino a diventare il paradigma di un’idea del mondo che mette al centro l’«uomo-opera d’arte» nel suo tragico rapporto con la natura e l’indecifrabilità dei tempi moderni.